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sabato 14 febbraio 2015

Premesse generali allo studio della musica.

"Se ci riesce una persona, può farlo anche un'altra", diceva Arnold Jacobs, famoso tubista e didatta americano del secolo scorso.
Questa frase può tranquillamente estendersi a qualsiasi campo, anche se per vari motivi (che non starò qui a discutere) non è poi così condivisa da tutti.
Si sente spesso dire: "Non sei portato per questa cosa, è meglio che lasci perdere". Oppure: "Non raggiungerai mai i tuoi obiettivi perché non hai talento". Nel campo musicale poi si sentono anche eresie del tipo: "Il tuo fisico non è adatto a questo strumento, meglio che cambi".
I segreti per raggiungere i propri scopi, nella musica come nella vita, sono il lavoro, la dedizione e la continua ricerca e scoperta di sé stessi. La fiducia nei propri mezzi, credere nel proprio operato, avere la giusta apertura mentale nel ricercare e nel cambiare quando serve, sono solo alcune delle condizioni che portano, di anno in anno, allo sviluppo della persona e delle proprie competenze, musicali e non.
"Tu sei un prodotto della musica che suoni e della qualità con la quale la suoni", diceva sempre Jacobs; ed è una frase dal profondo significato.
Lo studio della musica, in questo senso, è anche lo studio di sé stessi; ed è questo, secondo me, a creare le varie differenze tra un musicista e un altro, ciò che rende bella la vita.

Citerò spesso Arnold Jacobs in futuro, in quanto è notevole il contributo che ha dato all'insegnamento dello strumento a fiato, alla psicologia del musicista e alla confutazione di concetti antiquati.
Esistono alcuni libri di Jacobs, ma mi riferirò solo al più famoso, ossia "Also sprach Arnold Jacobs."
E' un libro che personalmente consiglio a tutti i musicisti (sia di strumento a ottone che non), mentre ritengo che il primo capitolo sia adatto anche ai non musicisti, in quanto contiene una spiegazione più ampia dei concetti riuniti ed esposti in questo post.

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