L'intonazione è tanto più precisa quanto più viene allenata; e il centro di questo allenamento è il cervello.Una volta formati i suoni nel cervello, e una volta imparato a relazione i suoni tra loro anche se l'intonazione è diversa da quella a cui si è abituati, si ha una preziosissima risorsa per ben suonare in gruppo.
- Per quanto riguarda gli strumenti di ottone, il modo migliore di lavorare è con l'imboccatura perché, non potendo usare la coulisse o la macchina, è simile al lavoro di un cantante. Naturalmente è superfluo parlare di esercizi specifici per l'intonazione in quanto va bene qualunque brano. Tuttavia i benefici si ottengono maggiormente con l'ausilio del pianoforte o di una base musicale.In questo senso sono ottimi i 15 "Exercises with mouthpiece", Edizione Setticlavio, di Nicola Ferro.
- Personalmente, però, preferisco il pianoforte, in quanto permette una maggiore varietà nell'esecuzione scale e arpeggi di tipo diverso (per alcuni esempi rimando al post "Studio di scale e arpeggi). Un buon consiglio che posso dare se si utilizza il pianoforte è, sul metodo di Ferro, di esercitarsi sempre in tutte le tonalità. Questo per abituare l'orecchio al "suono" di ciascuna scala e accordo, con evidenti vantaggi anche per la prima vista e la buona comprensione armonica di qualunque brano.
- Per quanto riguarda lo strumento, invece, sono ottime le basi, soprattutto quelle con doppia traccia nelle quali la prima suona un esecutore e la seconda contiene solo la base vera e propria. Non cito qui nessun libro in particolare, ma rimando alla casa editrice De Haske, che ha pubblicato molti libri di questo genere per tutti gli strumenti con diversi gradi di difficoltà.
- Per quanto riguarda l'accordatore, personalmente sono contrario ad un uso assiduo e costante nel corso dello studio o di una prova (o peggio, addirittura in concerto). Questo perché si rischia una dipendenza da accessorio e successivo smarrimento quando poi per caso ci si trova sprovvisti. Naturalmente va bene per intonare all'inizio, o per verificare l'intonazione di qualche suono in particolare; per il resto meglio non dipenderne e allenare l'orecchio.
- Va bene anche esercitarsi su note lunghe in crescendo e in diminuendo avendo cura di non perdere l'intonazione; in moltissimi casi, infatti, capita che con il crescendo il suono diventi crescente e con il diminuendo calante.
- Il proprio strumento si intona, in gruppo o in orchestra, sull'armonico fondamentale e non su altre note. Per esempio, una tromba in Do intona il Do, un corno o una Tuba in Fa intonano il Fa e così via.
- Sullo strumento è utile provare diverse diteggiature o posizioni, in quanto non tutti i modelli e le marche rispondono allo stesso modo.
- In teoria, oltre alla pompa generale, andrebbero intonate tutte le pompe dello strumento (d'altronde gli archi intonano tutte le corde, non solo quella del La); in pratica però, a differenza degli archi, non sempre è funzionale, in quanto così si aggiusta un armonico e ne stona un altro. Però è consigliabile, in gruppo o in orchestra, intonare, se c'è, almeno la ritorta perché si producono molte note.
- In gruppo o in orchestra può tornare utile ascoltare, per migliorare l'intonazione, chi esegue uno stesso passaggio oppure chi fa una stessa nota prima della propria o ancora una frase che si va a continuare, in modo da avere già un riferimento.
- Parte dello studio giornaliero, diciamo un'oretta, andrebbe svolta con colleghi che suonano lo stesso strumento, prevalentemente su musiche di Bach, Corelli ecc; un'ottima palestra per suonare poi in orchestra o in formazione cameristiche.
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