Conoscere le forme musicali corrisponde a conoscere le forme letterarie.
Sapere se stiamo leggendo un romanzo rosa, un giallo, un articolo di giornale, una biografia, una rivista scientifica, una poesia, un testo scolastico, è già un grande indizio per prevedere, per sommi capi, il contenuto del testo e come questo contenuto si svilupperà.
Quindi, in base ai concetti che si vogliono esprimere, c'è bisogno di una forma che permetta la massima comprensibilità a chi legge.
Questo, per fare un piccolo esempio, è un aspetto che anche io ho dovuto tener presente nella stesura del blog, in quanto è mia intenzione essere il più chiaro e comprensibile possibile; e spero di essere sulla buona strada.
In musica si pone lo stesso problema: quello della massima comprensibilità.
Se si esclude la musica vocale (nella quale il testo è una guida preziosa alla comprensione), la musica strumentale presenta in misura ancora maggiore questo problema, in quanto non ci sono parole a far da riferimento.
Da qui è partita la necessità dei compositori, nel corso della storia, di creare forme musicali che permettessero, a chi ascoltava, di seguire il "discorso".
Naturalmente non è mia intenzione trattare tutte le forme musicali perché mi ci vorrebbe un blog a parte.
Però consiglio la lettura e lo studio di un libro di forme musicali; personalmente consiglio il testo che ho usato nel corso di "Analisi delle Forme Musicali" tenuto dal Maestro Nicola Colabianchi: "Giulo Bas: Trattato di forma musicale" Ed. Ricordi. In questo testo, tuttavia, non è presente la fuga.
Se ho parlato di questo argomento è perché, oltre ad arricchire la propria cultura personale, si presentano nei vantaggi anche nell'esecuzione.
Conoscere il tipo di brano, la sua struttura, la sua data di composizione, il suo autore, permette di avvicinarsi ad un'esecuzione quanto più fedele e precisa possibile.
La conoscenza del discorso musicale, quindi di ciò che si sta suonando, è un piccolo segreto che permette di coinvolgere il pubblico, poiché si ha la possibilità di impostare l'esecuzione e di creare gli effetti.
In questo senso è proprio la forma a suggerire come impostare l'esecuzione poiché già il compositore si era posto questo problema: sta tutto nella parte e la conoscenza e l'approfondimento consentono di trarre il massimo.
Spesso sento dire: "Quel concerto come lo fa Alessi non lo fa nessuno: che suono, che tecnica,che stacco, che virtuosismo ecc."
Nulla da ridire.
Però se Alessi suona quel concerto in quel modo non è solo per le sua qualità strumentali, ma anche per l'interpretazione corretta del brano e di tutte le conoscenze teoriche e culturali che sono confluite nel suono ma che in ben pochi hanno compreso.
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