Non intendo, almeno per ora, dilungarmi sui vari tipi di ritorta perché le differenze, che pur ci sono, si avvertono in modo diverso da persona a persona; quindi non ritengo utile dare spiegazioni o indicazioni in questo senso.
Preferisco invece sottolineare alcuni aspetti dell'uso della ritorta che in molti contesti (o almeno quelli in cui ho studiato finora) o non sono stati minimamente accennati o sono stati trattati con superficialità.Specifico che quanto segue vale prevalentemente per il trombone tenor-basso con una ritorta, con indicazioni che eventualmente possono valere anche per il trombone basso a una o due ritorte:
- in generale in molti libri di metodo si trovano esercizi di flessibilità (o armonici) scritti solo fino alla settima posizione; è utilissimo, dopo la quinta posizione, passare in prima posizione con la ritorta e continuare nelle sei rimanti. Almeno all'inizio si avranno molti problemi ma col tempo sia l'emissione sia la risonanza del suono migliorano;
- ogni trombone è diverso dall'altro, quindi non sempre tutte le posizioni (soprattutto con la ritorta) coincidono; è opportuno quindi esercitarsi con un intonatore;
- è ottimo saper produrre, con un buon suono e la giusta intonazione, il FA e il MI (appena sotto il pentagramma in chiave di Basso) rispettivamente in prima e seconda posizione con la ritorta e il SI bemolle (secondo rigo in chiave di Basso) in terza posizione con la ritorta. Questo perché in alcuni passaggi si può evitare di passare dalla prima alla quinta e viceversa. Il modo migliore di prendere confidenza con queste note è di suonarle prima senza e poi con la ritorta in scale e poi anche negli studi;
- consiglio personalmente di dedicare una piccola parte (diciamo i primi 15-20 minuti) dello studio giornaliero ad esercizi di flessibilità con la ritorta con il metronomo, prima lenti e poi accelerando man mano;
- vanno bene anche note lunghe (specialmente dal DO e dal FA rispettivamente in secondo spazio e sotto il pentagramma per poi scendere nelle 6 posizioni), in diminuendo ma soprattutto in crescendo poiché almeno all'inizio non è semplice;
- è sempre consigliabile non eccedere con le sonorità e di non produrre suoni forzati o stridenti per superare gli ostacoli che pone la ritorta perché per prima cosa si rischia di prenderci l'abitudine; e poi perché è lo studio costante a dare risultati nel tempo. L'obiettivo è di suonare sempre meglio ed è importante in questo senso concepire anche questi studi in modo musicale.
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