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mercoledì 29 aprile 2015

La ritorta del trombone

La ritorta, nel caso specifico del trombone, si trova sui tipi tenor-basso e basso e consente due cose:
  1. di ampliare la gamma di suoni del registro basso;
  2. di usufruire di alcune posizioni ausiliari che permettono di eseguire alcun passaggi in modo più agevole.
Non intendo, almeno per ora, dilungarmi sui vari tipi di ritorta perché le differenze, che pur ci sono, si avvertono in modo diverso da persona a persona; quindi non ritengo utile dare spiegazioni o indicazioni in questo senso.
Preferisco invece sottolineare alcuni aspetti dell'uso della ritorta che in molti contesti (o almeno quelli in cui ho studiato finora) o non sono stati minimamente accennati o sono stati trattati con superficialità.

Specifico che quanto segue vale prevalentemente per il trombone tenor-basso con una ritorta, con indicazioni che eventualmente possono valere anche per il trombone basso a una o due ritorte:

  • in generale in molti libri di metodo si trovano esercizi di flessibilità (o armonici) scritti solo fino alla settima posizione; è utilissimo, dopo la quinta posizione, passare in prima posizione con la ritorta e continuare nelle sei rimanti. Almeno all'inizio si avranno molti problemi ma col tempo sia l'emissione sia la risonanza del suono migliorano;
  • ogni trombone è diverso dall'altro, quindi non sempre tutte le posizioni (soprattutto con la ritorta) coincidono; è opportuno quindi esercitarsi con un intonatore;
  • è ottimo saper produrre, con un buon suono e la giusta intonazione, il FA e il MI (appena sotto il pentagramma in chiave di Basso) rispettivamente in prima e seconda posizione con la ritorta e il SI bemolle (secondo rigo in chiave di Basso) in terza posizione con la ritorta. Questo perché in alcuni passaggi si può evitare di passare dalla prima alla quinta e viceversa. Il modo migliore di prendere confidenza con queste note è di suonarle prima senza e poi con la ritorta in scale e poi anche negli studi;
  • consiglio personalmente di dedicare una piccola parte (diciamo i primi 15-20 minuti) dello studio giornaliero ad esercizi di flessibilità con la ritorta con il metronomo, prima lenti e poi accelerando man mano;
  • vanno bene anche note lunghe (specialmente dal DO e dal FA rispettivamente in secondo spazio e sotto il pentagramma per poi scendere nelle 6 posizioni), in diminuendo ma soprattutto in crescendo poiché almeno all'inizio non è semplice;
  • è sempre consigliabile non eccedere con le sonorità e di non produrre suoni forzati o stridenti per superare gli ostacoli che pone la ritorta perché per prima cosa si rischia di prenderci l'abitudine; e poi perché è lo studio costante a dare risultati nel tempo. L'obiettivo è di suonare sempre meglio ed è importante in questo senso concepire anche questi studi in modo musicale.

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