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giovedì 23 luglio 2015

L'Euphonium: considerazioni generali

Dedico due post all'Euphonium (questo è il primo) perché è lo strumento che preferisco, che conosco meglio, con il quale ho iniziato all'età di 9 anni e, soprattutto, per approfondire alcuni concetti d esso relativi.
Conto di dedicare post ad altri congeneri in futuro, quando però ne avrò approfondito la conoscenza.
La posizione dell'Euphonium in Italia è contraddittoria: da un lato è uno strumento importante per l'orchestra di fiati (e la banda, anche se all'interno del blog cerco di riferirmi ad essa il meno possibile) di tradizione piuttosto lunga; dall'altro lato manca una scuola italiana degna di tale nome e i grandi solisti italiani solitamente (tranne rarissime eccezioni) si sono formati all'estero.

In moltissimi Conservatori italiani manca la classe di Euphonium e solo da qualche parte ogni tanto si può frequentare un Bienno specialistico affidato perlopiù a un trombonista, cosa assolutamente sbagliata; al massimo, se manca l'euphonista, spetta al tubista il corso per il maggior livello di affinità.

Come ho già detto nel post precedente, l'Euphonium è, tra i congeneri del trombone, il meno affine data la sua struttura conica.
L'emissione è profondamente diversa, in quanto richiede, come la tuba, aria contenente molto volume e poca pressione, mentre per il trombone (di forma cilindrica) è sì necessario un buon volume per ottenere un buon suono, ma la pressione dell'aria è maggiore se si vuole ottenere un bel suono di trombone.

All'estero (molto meno in Italia), come strumento solista, è molto conosciuto e apprezzato e la maggior parte del repertorio solistico è stato composto negli ultimi 30/40 anni.
Questo, a mio parere, perché, a livello mondiale, fino ad allora non era stato conosciuto e approfondito come meritava; e all'incirca da allora, infatti, sono nate ricerche anche nel campo della costruzione dello strumento stesso che ha portato poi ai modelli di Euphonium attuali, molto più pesanti di primi.

Dato il suo timbro scuro ma allo stesso tempo morbido, a metà strada tra la tuba, il corno e il flicorno Soprano, nell'ambito dell'orchestra di fiati si presta benissimo a tutto, dalla melodia al controcanto, dal raddoppio del basso al contro tempo; si amalgama bene con tutte le sezioni ed è un ottimo jolly per la ricerca di sonorità particolari in moltissimi tipi di armonie.

In questo senso lo strumento è così trattato soprattutto dai compositori stranieri, in particolare Jacob de Haan (contemporaneo) e Gustav Holst (nel secolo scorso); mentre, tra i compositori italiani, non gode ancora di sufficiente considerazione e lo strumento si limita perlopiù ai raddoppi della tuba e al completamento delle armonie (per quieto vivere non cito compositori).

L'Euphonium ha un buon impiego anche in formazioni da camera, ma parlerò di queste separatamente in quanto ho avuto la fortuna di approfondire questo campo.

In generale sono stato poco lusinghiero nei confronti del mio Paese, ma non ho fatto altro che esporre la realtà della situazione.
In verità, se volessi realmente polemizzare (e ne avrei tutti i diritti) mi ci vorrebbe intero blog.
La mia attuale posizione di musicista, tuttavia, ad oggi non mi consente simili licenze e mi limito pertanto a descrivere la punta dell'iceberg.












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