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mercoledì 29 luglio 2015

La dinamica del suono nell'esecuzione

Le principali indicazioni dinamiche che si incontrano in uno studio o in un brano in generale, in ordine crescente di intensità, sono: pp, p, mp, mf, f e ff.
Oltre a queste si possono incontrare dinamiche più rare come ppppp o fffff; inoltre ci sono i segni di crescendo e diminuendo, il fp (forte piano) e sf (sforzato) più alcuni tipi di accento che pure sono indicativi per il carattere e l'intensità della nota cui si riferiscono.
Naturalmente anche le indicazioni di dinamica vanno intese in senso relativo e non assoluto (come l'andamento; ne ho parlato nel post precedente) in quanto alle domande "Quanto è piano un p? E quanto è forte una f?" non si può rispondere in assoluto ma solo confrontando le due diverse dinamiche.

Le indicazioni dinamiche hanno piena efficacia in un brano quando ben si proporzionano tra loro.
Per esempio, se si va da un p a un mp, non sarà come andare da un p a un mf; oppure (errore molto comune) spesso si va da mf a f come si se andasse a fff; mentre per molti il significato effettivo di f non è "forte" ma "forzato" e fff "forzatissimo, mi devono sentire dall'altra parte del pianeta".

Far sentire bene le varie sfumature dinamiche arricchisce la frase e le da carattere ed intensità espressiva, rende un brano gradevole e difficilmente annoierà il pubblico; mentre un'esecuzione monotona più difficilmente risulterà convincente.

 Concepire, e di conseguenza eseguire, le dinamiche in senso assoluto porta ad alcuni errori, specialmente quando si suona in gruppo o in orchestra, che andrò ad esaminare punto per punto.

  • Naturalmente, anche se le indicazioni dinamiche sono relative, si ha libertà esecutiva fino ad un certo punto: se in un brano si trova p non si può suonare mf ma al massimo mp se il brano stesso lo permette.
  • In brano solistico è sicuramente utile e saggio impostare l'esecuzione prima si suonare e scegliere, in base al proprio modo di suonare, come proporzionare le dinamiche presenti.
  • Un'esecuzione può diventare molto più interessante e viva all'ascolto quando si riescono a suonare le dinamiche non scritte, ossia quelle suggerite dall'andamento della frase: i grandi musicisti e i grandi cantanti ne sono la conferma. E' piuttosto raro iniziare la frase in diminuendo e concluderla in crescendo, mentre è più usuale il contrario. Sapere qual è il punto culminante della frase o di un periodo è utile per condurre il discorso musicale e per dargli il giusto risalto, meglio se preparato da un crescendo.
  • Una stessa dinamica, poniamo un f, non necessariamente ha lo stesso "peso" in un medesimo discorso musicale: possono intervenire anche altri fattori come l'armonia (un f situato in un'armonia di dominante che risolve in un'armonia di tonica non ha la stessa forza del caso contrario in quanto oltre alla tensione dinamica interviene anche quella armonica), la volontà del direttore d'orchestra o voler dare risalto a quella frase piuttosto che ad un'altra.
  • Se in gruppo una volta si esegue la parte principale prima e l'accompagnamento poi, e si trova la stessa dinamica, è preferibile suonare poco più forte nel primo caso e più piano nel secondo (visto che evidentemente vi è un'altra parte principale che ha più importanza).
  • Quando vi è un direttore, è lui a stabilire le dinamiche e, se è preparato, le comunica, oltre che nelle prove, anche durante l'esecuzione. Pertanto è molto importante prestargli attenzione.
  • Per evitare errori, è sempre bene ascoltare gli altri in modo da non suonare fuori contesto e con la giusta proporzione. Pure in orchestra, se la parte o le parti principali conducono la frase con un crescendo, anche l'armonia sottostante può effettuare un piccolo crescendo seppur non scritto.
  • Importante per la dinamica è anche il luogo dove si suona in quanto l'acustica cambia.




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