Le indicazioni Adagio, Andante, Allegro ecc. danno un'idea abbastanza precisa. Il discorso si complica quando si legge "Allegro con brio", "Andante moderato", "Adagio assai", "Allegretto" e così via.
Recentemente, per fortuna, oltre all'indicazione di tempo è nata la prassi di aggiungere l'indicazione di metronomo riferita all'unità di movimento, che può essere la semibreve, la minima, la semiminima, la croma e via dicendo; il che risolve il problema in modo chiaro.
Il mio intento, tuttavia, è di esaminare alcune situazioni comuni relative allo studio e all'esecuzione.
- Per quanto riguarda gli esercizi di tecnica (scale, arpeggi, diteggiatura, flessibilità ecc) non ha molto senso parlare di andamento. Ho già detto nei post relativi che il modo migliore di migliorare tecnicamente è di iniziare piano e accelerare man mano.
- Per quanto riguarda gli studi melodici una guida preziosa per l'andamento degli stessi può essere fornita principalmente dal proprio docente, in quanto raramente è possibile fare paragoni su Youtube. Però un piccolo margine di libertà effettivamente vi è, e di solito consiste in 15-20 bpm (battiti per minuto) di metronomo; non conviene andare oltre tale margine soprattutto in un esame, perché un andamento profondamente diverso può costituire un errore grave. Durante lo studio a casa, invece, è sicuramente utile iniziare lento e accelerare.
- Per quanto riguarda i passi orchestrali (argomento che sarà trattato approfonditamente in uno o più post a parte in futuro) è molto più facile avere un riferimento valido confrontando dalle 5 alle 10 versioni (o anche più) su Youtube. Come disse Pablo Ferdandez (tubista spagnolo dell'Orchestra di Barcellona e artista Miraphone) in una Masterclass che ho tenuto con lui, in vista di un'audizione può essere utile confrontare varie versioni e stabilire un andamento medio che, con buona probabilità (ma purtroppo non con certezza in quanto ogni direttore ha idee proprie) non costituisca errore.
- Per quanto riguarda i concerti solistici o brani per strumento solo il discorso è molto vario e l'indicazione riguardante l'andamento va intesa molto largamente. Questo perché in musica poco o nulla è assoluto e quasi tutto è relativo. Nell'esecuzione di un concerto solistico è il musicista il sommo giudice dell'andamento, il quale dipende dall'interpretazione, dalle caratteristiche personali, dalle proprie idee musicali e dalla propria concezione della musica. Personalmente, però, anche nell'ambito della libertà interpretativa, ritengo che comunque non vadano oltrepassati certi limiti, altrimenti più che di libertà si può iniziare a parlare di superficialità, di arroganza e di mancanza di buon gusto.
- L'andamento di un brano può dipendere anche dall'organico con il quale viene eseguito, in quanto anche la timbrica incide. Eseguire, per esempio, un concerto solistico con un'orchestra d'archi non è proprio la stessa cosa che eseguirlo con un ensemble d'ottoni. Questo, nell'esempio citato, perché le sonorità degli archi sono più lievi, si può suonare nelle dinamiche che si preferisce e pertanto anche se si porta un po' più lento non è un problema in quanto non appesantisce il pubblico; invece se si suona con gli ottoni, che hanno sonorità più consistenti, si suonerà in partenza un po' più forte, e sarà conveniente avere un andamento più sostenuto così da rendere il tutto più scorrevole.
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