Questo perché in buona parte la musica strumentale è formata di frasi e periodi, proprio come il linguaggio parlato.
Quindi, anche se tecnicamente un pianista o un violinista non hanno bisogno della respirazione per far suonare i propri strumenti, necessitano comunque di tener presente l'andamento del discorso musicale e, pertanto, di pensare al respiro quando iniziano una frase.
Nella musica da camera, poi, il respiro è fondamentale, perché mancando il direttore aiuta il coordinamento per l'attacco dei brani..
Nel quintetto classico (2 trombe, corno, trombone e tuba) è di solito la prima tromba a dare l'attacco con un cenno e il respiro.
Se si sta per iniziare un brano con andamento lento, e il respiro è frettoloso, ai colleghi (se sono accorti) sembrerà che sta attaccando un brano con andamento vivace, e quindi l'esecuzione, almeno all'inizio, potrebbe essere incerta.
Lo stesso vale anche nella musica orchestrale o bandistica, nella quale il direttore aiuta il suo gesto con il respiro, garantendo così un buon attacco.
In generale, dunque, il respiro è una componente essenziale dell'esecuzione musicale che permette la massima chiarezza e comprensibilità a chi ascolta.
Nei musicisti di strumenti a fiato è molto importante saper stabilire quando prendere fiato, poiché non si deve rispondere solo dell'esigenza fisica, ma anche dell'esigenza musicale.
Come dicevo nel post "rapporto corpo-respiro", non tutti hanno la stessa capacità polmonare e quindi non è saggio affermare: "Questa frase va eseguita con un unico respiro".
E' però importante saper individuare i punti nei quali poter interrompere la frase senza recare troppo danno alla stessa. Il modo per imparare è l'insegnamento diretto con un docente musicalmente preparato e molto, molto ascolto.
Cercherò comunque di dare qualche breve indicazione, anche se bisogna comunque tener presente che la musica è così varia che non è sempre possibile applicarlectutte con la stessa efficacia:
- in generale non è buono interrompere una frase nel suono che ha una tensione che risolve nella nota successiva (per esempio nella successione dominante-tonica, sopratonica-tonica o sensibile-tonica ecc...);
- è preferibile, prima di suonare, impostare l'esecuzione annotando i punti in cui respirare in modo da evitare l'inconveniente spiacevole di terminare l'aria appena poco prima della fine della frase. Questo vale particolarmente nei brani ad andamento vivace nei quali c'è anche il rischio di affanno;
- quando la frase termina con una nota breve preceduta da una nota lunga, non è molto gradevole all'ascolto l'interruzione del suono lungo;
- non sempre quando è presente una nota lunga (anche,per esempio, una semiminima nel mezzo di molte crome) è obbligatorio il respiro: è sempre utile considerare il buon andamento della frase.
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