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lunedì 21 dicembre 2015

Il mestiere del musicista.

Questo post, come si evince del titolo, nasce dalla necessità di prendere in considerazioni anche gli aspetti lavorativi e professionali dell'attività del musicista, trascurati innanzitutto dalle istituzioni scolastiche, poi dalla maggior parte dei musicisti stessi e, naturalmente, dai vari datori di lavoro del campo della musica (teatri in testa, fondazioni, associazioni ecc.).Il musicista, come qualsiasi altro mestiere, è un lavoro che come tale va adeguatamente retribuito; quando non vi è retribuzione, solo in casi particolari andrebbero svolte le varie attività inerenti al mestiere.
In Italia negli ultimi decenni si è talmente finto di non sapere che il musicista era un lavoro che ormai si assiste di continuo a questo (poco) simpatico siparietto riportato integralmente:

"Che lavoro fai".
"Il musicista".
"Che bello! Sì, ma come lavoro che fai?"

Un ragazzo studia 10 anni o più in Conservatorio, sviluppa delle competenze atte ad inserirlo nel mercato del lavoro per poi sentirsi dalla massa ignorante dire che il suo non è un mestiere. Nulla di più gratificante.
Se volessi polemizzare sulle infinite cose che non vanno punto per punto rischio seriamente di dover inserire nei miei propositi per il 2016: "Terminare post sul mestiere del musicista".
Dirò solo, alla massa ignorante succitata, che le meravigliose leggi italiane permettono a un musicista che raggiunge un certo livello di svolgere attività didattica presso un Conservatorio, contemporaneamente di suonare (e quindi di ricevere un altro stipendio) presso un teatro, di tenere masterclasses agli allievi della propria classe, senza contare poi lezioni private, concerti, e altre situazioni più o meno legali che gli permettono di arrivare tranquillamente a 10000 (diecimila!!!) e anche più Euro al mese!
Non spetta certamente a me stabilire se sia giusto o meno, però immagino sia ovvio che se un musicista svolge 4 lavori poi altri 3 stanno a guardare e che quindi c'è la crisi.

Per tornare all'argomento principale, il fatto che il musicista sia un mestiere implica che una persona, oltre ad avere una preparazione musicale, deve avere anche un'adeguata e approfondita preparazione professionale.
Si può essere anche bravissimi, ma se non si è professionali alla lunga non si va da nessuna parte. Al contrario, musicalmente si può essere nella media ma un comportamento altamente professionale dà garanzie di ben figurare e magari di scavalcare il collega più bravo.

Purtroppo oggi ben pochi insegnanti forniscono ai propri allievi nozioni di professionalità, "limitandosi" solo alla musica (o peggio solo alla tecnica). Invece ritengo che sia tutto importante nel proprio percorso di formazione e che, soprattutto in Conservatorio, non si formano semplici musicisti ma lavoratori che esercitano il mestiere di musicista che, a mio vedere, è tutta un'altra cosa.
Ci sono persone che pur di mantenere il proprio potere e soprattutto la propria poltrona cercano, spesso con successo, di farti sentire anche in colpa se chiedi di essere retribuito per l'attività svolta (e magari ci ha fatto pure una bella figura senza rimetterci niente) motivandola così: "Oggi si suona sempre meno, ti ho fatto un piacere (!) a farti suonare perché sei giovane".

Allora, se volessimo tutti ragionare così, dopo che mi si rompe l'auto vado da un giovane meccanico e dopo il lavoro gli dico: "Vabbè, perché dovrei pagarti, hai fatto esperienza".
A noi ragazzi insegnano (anzi, impongono) che essere sfruttati è normale se vogliamo fare carriera e che al giusto prezzo si ottiene tutto (a buon intenditore poche parole).

Nei prossimi post tratterò, riferendomi alla mia esperienza personale, alcuni aspetti che ritengo importanti per esercitare al meglio il mestiere del musicista.









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