In linea di massima, finché si suona da soli o in un piccolo gruppo, non ci sono tanti problemi e, a certe condizioni, si può seguire il proprio stile e il proprio linguaggio.
Diverso è il caso in cui si suona in un'orchestra o in un qualunque gruppo di una certa ampiezza. In queste situazioni, a meno che non lo richiedano esigenze particolari, c'è bisogno di una buona omogeneità, altrimenti all'ascoltatore attento potrebbe risultare che ognuno stia suonando per conto proprio. Il compito di raggiungere questa omogeneità spetta naturalmente al direttore attraverso il suo progetto esecutivo che l'orchestra deve seguire; tanto più il direttore è capace e leader, tanto più l'orchestra sarà unita e affiatata anche se magari non tutti gli elementi siano in assoluto i migliori.
Quindi è importante, quando non si è padroni delle proprie scelte musicali, essere in grado di soddisfare il direttore con un'adeguata preparazione e conoscenza del proprio strumento. Un direttore è tanto più contento quanto più può usufruire di tutte le possibilità timbriche ed espressive dei musicisti che dirige. Per fare un esempio, può chiedere un determinato tipo di staccato, un suono più o meno pieno o delle dinamiche "estreme" per raggiungere il proprio scopo, ossia la realizzazione delle proprie idee musicali.
Ho fatto queste considerazioni perché il mondo del lavoro, per quanto riguarda la musica, è oggi agguerrito ed estremamente competitivo; e se si vuole sopravvivere in questo mondo senza essere divorati è indispensabile avere la capacità di adattarsi.
E' evidente necessario, oltre al sapere, anche il saper fare perché si possono avere tutte le migliori idee musicali che si vuole, ma se non si sa metterle in gioco, serve a poco o a nulla. L'importante però è sempre tener presente che la tecnica è un mezzo, non un fine.
La domanda ora è: in cosa consiste una buona "dispensa" tecnica?
Dopo aver svolto considerazioni di carattere teorico nei post precedenti, è finalmente giunto il momento di esaminare gli aspetti pratici (per alcuni dei quali rimando ai post specifici loro dedicati) con i quali articolerò la risposta.
- E' innanzitutto importantissimo avere una buona lettura della musica scritta che non si limita al solo solfeggio ma anche a tutto ciò che riguarda lo spartito: dinamiche, accenti, ritmo ecc.;
- meglio ancora se si ha una buona prima vista (della quale parlerò in un post specifico);
- è poi fondamentale possedere le seguenti capacità tecniche:
- staccato, articolazione e dizione di tutti i tipi di accento in qualsiasi velocità (col puntino, col trattino, col >, col ^ ecc.) in base alle esigenze del brano o del direttore;
- estensione più ampia possibile del registro;
- controllo delle sfumature dinamiche (dal ppp al fff) in tutto il registro;
- buona flessibilità;
- buon fraseggio e buon cantabile;
- sviluppo e padronanza del doppio e del triplo staccato.
- anche la capacità di ascolto di ciò che succede intorno mentre si suona è da considerarsi pienamente una parte significativa della propria "dispensa" tecnica perché indubbiamente aumenta la propria resa. Suonare col paraocchi o col paraorecchie può creare seri pericoli all'esecuzione dell'intero insieme; è quindi importante, quando si può, suonare in varie formazioni da camera, meglio senza direttore;
- se si suona in sezione è importante cercare e raggiungere un buon equilibrio tra gli strumenti: se ci sono tre tromboni, per esempio, non va bene se un trombone suona ff, uno mp e l'altro pp a meno che non sia richiesto dalle varie parti. Quindi non conta solo la propria idea di intensità (ogni musicista intende le sfumature dinamiche in modo personale) ma conta molto l'insieme che si basa principalmente sul contesto nel quale si sta suonando;
- per quanto riguarda l'esecuzione con direttore è fondamentale essere in grado di tenere un'occhio sulla parte e uno sul direttore perché quest'ultimo, per conseguire un buon risultato, ha bisogno di interagire con i membri che dirige;
- è sempre importante rendere bene musicalmente ciò che si sta suonando, anche se è una parte "secondaria": anche l'accompagnamento, per esempio, ha la sua importanza, altrimenti il compositore non l'avrebbe scritto, e per tale ragione va eseguita come se fosse una parte principale, con la giusta intenzione e capacità di determinazione e realizzazione della sua funzione armonica.
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