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giovedì 15 settembre 2016

Introduzione al mondo della didattica.

Quello della didattica è un argomento molto delicato ed estremamente complesso per molteplici ragioni che cercherò di illustrare nel corso dei post successivi a questo.
L'intero blog svolge un'attività didattica, in quanto è strutturato per risultare il più possibile utile e fruibile a quanti ne hanno bisogno.
Il sistema scolastico è il cuore pulsante di ogni Stato e ne indica lo stato di salute. In generale la realtà del mondo ci dice che quando un sistema scolastico non funziona, è tutto il Paese a non funzionare. Questo perché nelle scuole si formano i futuri cittadini nonché i futuri contribuenti. Lo Stato investe dei soldi (in strutture, stipendi, attività ecc.) per formare delle figure professionali che, una volta inserite nel mercato del lavoro, ripagheranno il "debito" attraverso tasse e contributi.
In questo senso, per dirne una, la cosiddetta "fuga di cervelli" è un vero e proprio danno economico perché, mediamente, un percorso di studi dall'infanzia alla laurea specialistica costa allo Stato circa 300.000 Euro (dati forniti da un'importante economista ad un tg della Rai). Bastano circa 3000 studenti che lasciano l'Italia per avere un debito (perché sono soldi che lo Stato non può recuperare) di 1 miliardo di Euro (!) del quale beneficeranno altri Stati.
E' come se si investissero dei soldi per aprire un'attività commerciale e al momento dell'apertura tutti gli impiegati si licenziassero ancor prima di cominciare senza poterne chiamare altri.

 In questa sezione dedicata alla didattica il mio scopo è quello di dare di dare un piccolo contributo, teorico e pratico, sia a chi insegna (musica e non), sia a chi riceve insegnamenti. In pratica, cercherò di far comprendere come funziona l'insegnamento sia dal punto di vista dell'insegnante sia dal punto di vista dell'allievo.
Spesse volte, infatti, si è troppo "rigidi" nel proprio ruolo (insegnante o allievo) e si marca il territorio di netto con delle barriere, ostacolando di fatto il processo educativo.

La didattica, in generale, parte dal presupposto (sbagliato) che se una persona sa fare una determinata attività, di conseguenza sa anche insegnarla. In particolare, negli ambienti musicali si dice che se un musicista non è particolarmente bravo probabilmente è un buon insegnante.
Questi sono i due principali luoghi comuni quando di parla di didattica e, in generale, quando si parla senza connettere il cervello alla lingua, in quanto sono affermazioni che andrebbero dimostrate con dei ragionamenti razionali.

Saper suonare, cantare, ballare, saper fare i conti ecc. non implica affatto la capacità di saper far svolgere un determinato percorso ad un allievo poiché tra saper fare e saper far fare c'è un vero e proprio abisso.

Questo succede perché la didattica è una disciplina a parte che come tale presuppone ed esige un'adeguata preparazione, che si ottiene con un corretto percorso di studio e anche con la giusta esperienza.

Nel mio percorso di studi è capitato (come è capitato sicuramente a migliaia di musicisti) di seguire lezioni con docenti che, per quanto bravi musicalmente, erano (e rimangono!) totalmente inadeguati all'attività didattica, sia perché impreparati sia perché, talvolta, non vogliono che l'allievo faccia progressi.

Ho introdotto la didattica in questi termini perché in Conservatorio ho avuto la possibilità di seguire dei corsi a riguardo. Sicuramente questi pochi corsi non possono essere paragonati ad un percorso di laurea (come ho già scritto sopra), però mi permettono di illustrare e discutere di molti argomenti che moltissimi insegnanti ignorano totalmente.

Potrei stendere una lunga e dettagliata relazione con un'analisi politica e sociale sulle pecche e sulle crepe dell'istruzione italiana dal 1850 ai giorni nostri, però è senz'altro più utile cercare di risolvere nel mio piccolo questi problemi parlando di possibili soluzioni.

Lamentarsi ed essere distruttivi è facile, lottare ed essere costruttivi è ben più difficile.

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