Tanti insegnanti (e non) ritengono che il loro compito sia semplicemente quello di fornire nozioni ai propri allievi e di verificarne, dati alla mano, i progressi.
Prima di esporre il mio punto di vista sulla faccenda pongo un quesito al lettore: è mai capitato di rimanere impressionati da un insegnante non tanto per la preparazione, ma per la persona, per i modi, per il comportamento, perché faceva in modo di tirare il meglio da ciascun allievo, perché sapeva fornire gli stimoli giusti?Penso che sia capitato un po' a tutti, così come sarà capitato il contrario.
L'insegnante, sia dell'infanzia, della scuola primaria o secondaria, è una figura davvero importante per la crescita e lo sviluppo, non tanto dello studente, ma bensì della persona.
Non è un caso che le due parole in grassetto che ho usato finora siano "persona"; perché un insegnante è prima di tutto una persona, così come lo studente, e ogni attività dell'uomo vede coinvolte persone, e non tutte le qualifiche del caso (falegname, dentista, commerciante, musicista, ecc.).
Tornando al nostro caso specifico, un insegnante è anche un educatore, che lo voglia o meno, che ne sia consapevole oppure no, che sia bravo o inadatto; questo perché finisce sempre per rivelare la sua personalità, sia che sia comprensivo, sia che sia estremamente rigido, sia che se ne importi altamente della scuola e dell'allievo.
Una persona sensibile e precisa, che ci tiene per le cose che fa e ci mette il cuore oltre che la conoscenza, al quale interessa il bene dell'allievo e non esclusivamente lo stipendio (o la paga) che riceve, molto difficilmente sarà un cattivo insegnante.
Una volta ho letto su un muro una frase che mi ha colpito e fatto riflettere, anche se non ne ricordo l'autore: "Non si insegna ciò che si sa o si crede di sapere. Si può insegnare solo ciò che si è".
Se ci si pensa su, si scopre che è vero, e tanto più una persona è ricca di sentimenti buoni, tanto più aiuterà un'altra persona a crescere ed affrontare la vita.
Questi possono sembrare concetti adatti soprattutto per quei docenti che hanno a che fare con i bambini, mentre invece è valido anche per i docenti universitari o, nel nostro caso, di Conservatori e accademie.
Bravi insegnanti non si nasce, ma lo si può diventare migliorando non solo le proprie competenze, ma anche il proprio essere; e non si finisce mai di farlo.
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