Stando alla mia definizione, un musicista è effettivamente bravo tecnicamente quando:
- ha una corretta respirazione;
- è bravo alla stessa maniera in tutto il registro;
- ha una buona flessibilità;
- conosce e sa applicare tutti i tipi di pronuncia e articolazione (compresi il doppio e triplo staccato);
- è bravo in tutte le dinamiche possibili;
- conosce alla perfezione la meccanica dello strumento e le possibili soluzioni da applicare di volta in volta (nel caso specifico del trombone, come usare la coulisse);
- è bravo sia nei brani veloci che in quelli lenti.
- in orchestra (sia classica che di fiati);
- in formazioni da camera;
- da solista un repertorio abbastanza ampio anche se non è un virtuoso.
Sicuramente è importante saper eseguire passaggi veloci, però è altrettanto importante affiancare le capacità sopra esposte perché sicuramente permettono di lavorare bene dappertutto.
Tendo a considerare la tecnica strumentale come una grande dispensa da riempire: più è piena e più vi si può attingere con varietà e fantasia in base alle necessità del momento. Più si studia correttamente e più il cervello assimila formando buone abitudini per suonare bene.
L'importante è ricordare sempre che la tecnica strumentale è un mezzo per fare musica, non uno scopo; per dirlo con le parole di Arnold Jacobs, bisogna suonare per imparare tecnica, e non imparare tecnica per suonare.
Sviluppare una buona tecnica serve per formare solide buone abitudini: queste servono per azzerare tutte le conoscenze acquisite quando si suona in modo da lavorare solo sulla musica e sulle idee musicali, le quali a loro volta servono per raccontare la propria storia al pubblico.
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