Portando ai due estremi questa affermazione, è risaputo che in pochissimi suonano divinamente qualsiasi strumento abbiano tra le mani (non solo ottoni, ma anche strumenti ad ancia, a corde ecc.), mentre in molti (o moltissimi) dopo anni faticano a suonare il proprio!
Non rientra nelle mie competenze, almeno ad oggi, la possibilità di spiegare scientificamente come avvenga questo fenomeno; scopo del post è, allora, fare alcune considerazioni generali e di dare alcune indicazioni per il passaggio da un ottone a un altro basandomi anche sulla mia personale esperienza.
Non rientra nelle mie competenze, almeno ad oggi, la possibilità di spiegare scientificamente come avvenga questo fenomeno; scopo del post è, allora, fare alcune considerazioni generali e di dare alcune indicazioni per il passaggio da un ottone a un altro basandomi anche sulla mia personale esperienza.
Purtroppo nessun libro di metodo di mia conoscenza affronta questo interessante argomento, a parte, naturalmente, quello di Arnold Jacobs, che purtroppo non scende nei particolari. Tuttavia, già la sua storia ci dice molto: Jacobs, infatti, suonava benissimo la tromba, la cornetta, il trombone e, ovviamente, la tuba. Non solo: nelle sue masterclass diceva che, come esperienza musicale formativa, ogni musicista dovrebbe saper suonare più di uno strumento perché, argomentava, "permette di suonare come un cantastorie. Suona in diversi ruoli musicali usando strumenti diversi, in modo da esplorare pienamente il tuo potenziale".
Quindi, a differenza di quanto spesso si dice in molti ambienti musicali (conservatori compresi), suonare più strumenti d'ottone non causa alcun problema alla resa dello strumento principale.
Questo vale pienamente se il passaggio da uno strumento a un altro avviene coscienziosamente.
Spiegherò meglio il significato dell'ultima frase.
Innanzitutto, come già ho detto a proposito dei congeneri (leggere il post "I congeneri del trombone"), non tutti gli ottoni hanno la stessa struttura (conica o cilindrica) e, quindi, la stessa emissione del fiato e del suono.
I due casi che meglio aiutano a comprendere quest'affermazione sono dati dalle coppie trombone-euphonium (della quale si è già detto) e tromba-flicorno soprano. Spesso, purtroppo, capita di ascoltare un euphonium col suono di trombone e un flicorno soprano col suono brillante della tromba, quando invece dovrebbe avere un suono più scuro. Raro, ma apprezzabile e anzi d'effetto quando occorre, il caso contrario.
Tutto ciò per dire che per suonare bene più strumenti, occorre innanzitutto conoscerli bene. Se si conosce lo strumento, si saprà anche cosa chiedergli e raggiungere un buon risultato. Personalmente, ritengo che sia soltanto una questione di un adeguato approccio culturale alla musica che permette di esprimersi bene con qualunque mezzo e di soddisfare il pubblico (e il datore di lavoro!).
A questo punto il grande interrogativo: come si passa praticamente da un ottone all'altro?
- In generale, è più semplice passare da uno strumento piccolo ad uno grande che non il contrario; questo perché le labbra fanno meno fatica ad avere una superficie vibrante più ampia che non più ristretta. Questo, però, vale solo all'inizio; dopo un po' ci si abitua e non ci sono problemi;
- non è saggio cambiare più di uno strumento in poco tempo: i muscoli facciali vengono così sottoposti ad uno sforzo eccessivo e si rischia una paralisi che impedisce poi di suonare. Questo credo che valga anche per i professionisti abituati a cambiare spesso; meglio non esagerare e suonare uno strumento alla volta ed evitare cambi improvvisi;
- lo strumento da più resistenza della sola imboccatura; pertanto è preferibile suonare prima per 20-30 minuti con l'imboccatura del secondo strumento e poi passare a questi. Questo vale soprattutto se si passa da uno strumento grande ad uno piccolo;
- attenzione all'intonazione il cambio di strumento. Il cervello si abitua soprattutto con lo strumento principale. Lavorando con l'imboccatura e una base musicale o un pianoforte il problema si risolve;
- è preferibile esercitarsi all'inizio esclusivamente con il registro centrale del secondo strumento. Questo perché è quello subito disponibile e non sottopone i muscoli ad uno sforzo eccessivo. Quando si ha un buon suono e ci si inizia ad abituare si può ampliare il registro poco alla volta. Indico di seguito il registro da usare (a note reali) preferibilmente all'inizio quando si passa ad ognuno di questi strumenti. Ricordo che si tratta di indicazioni e che possono variare da caso a caso:
- trombone-trombone basso-euphonium: si bemolle 1 / si bemolle 2;
- tromba in si bemolle-flicorno soprano: si bemolle 1 / sol 2;
- corno in fa: fa 2 / re 3;
- tuba in fa, in si bemolle e in mi bemolle: fa 1 / fa 2;
- quando si ritorna allo strumento principale, è preferibile agire come per il cambio, ossia suonare prima con l'imboccatura nel registro centrale. In generale il resto del registro torna disponibile abbastanza in fretta, ma non è consigliabile forzare;
- solitamente, per ogni strumento si usa un'imboccatura di una certa grandezza media. Nel passaggio da uno strumento all'altro, nei primi tempi, può risultare produttivo bilanciare diversamente il rapporto imboccatura-strumento. Per esempio, se si passa dal trombone alla tuba, è preferibile per questa usare un'imboccatura non troppo grande; se invece si passa alla tromba, sarà preferibile un'imboccatura non troppo piccola e sufficientemente larga;
- personalmente, non ho mai provato a suonare strumenti ad ancia perché non suscitano il mio interesse. Pertanto non posso esprimere opinioni sul passaggio a questi strumenti che hanno un'emissione e un meccanismo di produzione delle note profondamente diverso. Tuttavia credo sia piuttosto difficile passare all'oboe, fagotto e affini (corno inglese ecc.) perché sono strumenti a doppia ancia e quindi bisogna lavorare moltissimo sull'impostazione; mentre per la famiglia del clarinetto e del saxofono dovrebbero esserci meno problemi.
Per ora credo sia tutto.
Do un piccolo esempio delle possibilità ottenibili con il seguente link. Preciso che ogni parte di questo brano (che difficilmente riesco a definire marcia sinfonica perché si avvicina di più a un brano originale per orchestra di fiati) non è così semplice come possa sembrare. E se ne trovano anche altre di difficoltà simile.
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