Con il termine "insegnante" non mi riferisco solo ai docenti della scuola pubblica o privata, ma a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, si ritrovano a trasmettere conoscenze, competenze e così via.
Un artigiano che trasmette il mestiere all'apprendista o una mamma che aiuta un figlio con i compiti possono essere considerati, secondo il mio punto di vista, ad essere definiti "insegnanti".
In ogni caso, sia per professione (il docente di scuola), sia per passione (l'artigiano), sia per necessità (il genitore), l'insegnamento è un'attività che si apprende con lo studio e con la pratica, e non è uno status che si acquisisce perché si è laureati o perché si ha una cultura generale più o meno vasta.
Naturalmente in questa sede non intendo occuparmi dei casi dell'artigiano o del genitore perché richiederebbero considerazioni generali molto più ampie sul nostro sistema politico-sociale.
Mi soffermerò dunque sul caso dei docenti, pubblici o privati.
Un docente è una persona che ha deciso, per passione o per ripiego, di fare dell'insegnamento la propria professione.
Personalmente ritengo che la figura professionale dell'insegnante dovrebbe essere la più importante di qualunque Paese perché solo grazie ad essi può contare su cittadini formati e preparati alla vita; pertanto andrebbero scelti con estrema cura e dopo un'attenta valutazione. Un po' come accade in Giappone (dove l'insegnante è l'unica persona che non è obbligata ad inchinarsi all'imperatore) e tutto al contrario di come succede in Italia (dove con le graduatorie e i titoli non si verifica più in modo diretto le effettive competenze).
All'inizio di una relazione educativa, anche per il docente penso si possa parlare di "punto di partenza" perché, sia essa la prima o una delle successive, andrebbero sempre riconsiderate le proprio conoscenze e le proprie esperienze passate.
Può essere un grave errore pensare di non avere più nulla da imparare, in quanto può sempre capitare di avere un allievo che non riesce ad apprendere con i metodi già usati e consolidati. Altre volte può capitare di riuscire ad aiutare un determinato allievo proprio perché in passato se ne è incontrato uno con una problematica simile.
Ogni relazione educativa è una storia a sé, e se non si è animati da una forte passione, il rischio di essere un "cattivo" docente diventa elevato.
La volontà di migliorarsi, di riuscire nei propri scopi, di aiutare gli allievi sono i presupposti essenziali per maturare esperienze positive e costruttive, come in qualsiasi attività; ma in questo caso l'importanza è maggiore in quanto un cattivo operato nel campo dell'insegnamento può danneggiare seriamente lo sviluppo delle persone. Un insegnante arrogante, poco creativo e con poca pazienza ostacola irrimediabilmente l'apprendimento perché non fornisce stimoli e fiducia ai malcapitati allievi.
E' assolutamente normale avere problemi all'inizio, perché un conto è sapere come si produce una nota con l'imboccatura, è un altro è saper far fare la medesima nota ad una persona che sta iniziando.
Però col tempo si trovano i vari meccanismi per essere d'aiuto in maniera efficace, perché tutto si può imparare, se si vuole.
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