Il termine "esperienza", come tanti altri, è usato tanto e male: spesso capita di dimenticare il suo vero significato attribuendone impropriamente degli altri.
Forse l'esempio più eclatante (e, soprattutto, vero!) è questo: "Cercasi apprendista con esperienza"!
Ma se una persona deve apprendere, come fa ad avere esperienza? Oppure forse si intende che si cerca una persona che ha una buona "esperienza" in fatto di apprendistati poco, o per niente, retribuiti?
Intendo fermarmi prima ancora di addentrarmi in questi discorsi poiché non mi servo del blog per fare politica ma piuttosto per esprimere le mie idee in fatto di musica.
E anche in musica, come dicevo sopra, purtroppo molti termini sono usati male, sia in buona che cattiva fede.
Capita spesso, infatti, di dover sentire frasi del tipo: "Con tutta quella esperienza è normale che suoni bene", "Per suonare in orchestra l'esperienza è fondamentale" e via dicendo.
Diceva il mio insegnante di armonia: "Prendiamo due musicisti di 20 anni: uno bravo e l'altro mediocre. Anche dopo 50 anni spesi nelle migliori orchestre, gruppi e quant'altro, il musicista mediocre assai difficilmente avrà colmato il gap con l'altro. Questo perché non si migliora con l'esperienza, ma con l'intelletto." In questo senso il maestro da la colpa, nientepopodimeno, a Galileo Galilei, reo, secondo lui, di aver rovinato le metodologie di apprendimento attraverso il "metodo sperimentale". La principale, e anche fortissima, argomentazione a questa tesi è che la sperimentazione funziona solo se poi si è in grado di elaborare accuratamente i dati, altrimenti si commettono sempre gli stessi errori.
Devo ammettere che all'inizio ero molto scettico sulla validità di queste affermazioni; però, a ben vedere, mi sono reso conto che le cose stanno effettivamente così.
Ho ripensato a musicisti che conosco da quando ho iniziato a suonare, 15 anni fa; quelli bravi sono rimasti bravi, e pochissimi mediocri hanno fatto il salto di qualità.
Oppure mi capita tuttora di suonare con musicisti più grandi e "rinomati" di me che commettono ancora errori elementari in barba alla loro "grande esperienza". Poi magari si scopre che fanno sempre lo stesso warm-up da una vita, suonano sempre le stesse cose, ascoltano sempre gli stessi musicisti, non si lanciano in nuove sfide ecc... In queste condizioni è assolutamente normale che non ci siano miglioramenti.
Molti di questi musicisti, che spesso definisco "limitati" sono coloro che spesso affermano che per suonare in orchestra ci vuole esperienza; mentre io affermo esattamente il contrario: per suonare in orchestra non ci vuole nessunissima esperienza. Se, per esempio, un buon musicista viene dalla banda, ma ha tanto buon senso, deve semplicemente ambientarsi, e non ci vogliono tutti questi anni.
Se una persona sa veramente suonare, non ha problemi da nessuna parte.
L'esperienza, secondo me, non è costituita dal numero di concerti eseguiti oppure dalla quantità di teatri in cui si è stati.
L'esperienza è conoscere, conoscersi e rapportarsi col giusto approccio al resto del mondo.
Si possono frequentare migliaia di persone, ma se si rimane sempre e soltanto sulle proprie, non ci si mette in discussione e si ha la pretesa di avere sempre ragione, allora mi sembra ovvio che non si matura nessuna esperienza.
Ritengo che ogni persona, e non solo il migliore, abbia qualcosa da dare agli altri e chi rifiuta di accettare ciò che il prossimo ha da dare, difficilmente si compiono progressi, non solo nella musica, ma nella vita.
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